La gentilezza si fa strada nelle aziende

Essere gentili al lavoro è un atteggiamento che non solo favorisce le relazioni tra colleghi ma diventa un vero e proprio fattore strategico per l’azienda.

Poco a poco le aziende stanno comprendendo che avere dipendenti felici e sereni di varcare la soglia dell’ufficio quotidianamente giova non solo al clima di lavoro tra colleghi ma  produce un lavoro efficace e vincente. Essere gentili al lavoro quindi ha svariati aspetti positivi.  Sapete cosa rende davvero felici i lavoratori? Forse penserete ad una busta paga abbondante. Spiacente di deludervi. Sembrano orami passati quei tempi in cui si puntava ai benefit aziendali; molta acqua è passata sotto ai ponti e le strategie aziendali sono mutate nel tempo.

L’indagine Decoding Global Talent svolta su scala internazionale da The Boston Consulting Group e The Network  indicava già a partire dal 2016 un’inversione di tendenza,  evidenziando come ai primi posti le persone intervistate manifestassero il bisogno di lavorare in un ambiente nel quale le relazioni umane fossero serene. Un altro elemento che emergeva era il trovare riconoscimento per il lavoro svolto, un apprezzamento appunto non solo in termini “monetari” bensì  umani.

La fotografia che emerge dall’attuale ricerca di Randstad Employer Brand Research 2022 conferma che il clima lavorativo viene indicato tra i primi fattori importanti per il lavoratore. Dopo anni e anni in cui il “successo” e la “carriera” a tutti i costi erano considerati dei fiori all’occhiello, sempre più si va consolidando l’idea che sia necessario il work life balance, ossia l’equilibrio giusto tra il lavoro e la vita al di fuori della professione svolta ( ben 65% degli intervistati lo hanno indicato come uno degli elementi fondamentali nella ricerca di un lavoro).

L’equilibrio tra lavoro e vita privata

Ansia, stress da prestazione, umore altalenante, senso di frustrazione sono solo alcuni dei malesseri che ciascuno porta a casa con se dopo una giornata di lavoro. Non si riesce a “staccare”, non si è in grado di mettere un punto alla sfera lavorativa che inevitabilmente s’insinua anche nell’ambito della vita privata, causando non poche difficoltà.

Per molti la propria professione  è totalizzante, a tal punto che finite le ore di lavoro si è spiazzati, smarriti, quasi privati della propria identità. E’ abbastanza frequente che quando parliamo di noi, ci descriviamo attraverso la professione che svolgiamo. Attenzione! Noi non siamo il lavoro che facciamo. E’ importante per il benessere psico – fisico mantenere bene distinte la sfera professionale da quella privata.

E’ importante sapersi ritagliare degli spazi per dedicarsi ad attività che amiamo e saper dedicare il giusto tempo anche alle relazioni sociali. Fondamentale per vivere serenamente ed in maniera piena ed appagante entrambi gli aspetti della propria vita è saper dire di no al lavoro, quando oltrepassa i limiti e invade la sfera privata. Bisogna essere capaci di chiudere il portatile quando si è a casa, di spegnere il cellulare aziendale, di dire a noi stessi, ora è tempo per altre cose.

L’equilibrio tra lavoro e vita privata lo si riesce a calibrare con maggiore facilità quando l’ambiente professionale che viviamo è un  luogo in cui si respira un clima di collaborazione  e vera condivisione.  Non basta essere “gentili” nel senso di essere educati verso il nostro collega; essere gentili e portare gentilezza sul lavoro implica un approccio che stimola e favorisce relazioni professionali più motivate, più rispettose del lavoro dell’altro, attente al benessere dell’intera squadra di lavoro.

 

La gentilezza risorsa strategica

Come un sorriso spesso richiama un sorriso, ad una gentilezza è più probabile si risponda con un altrettanto atto gentile. Questo induce  a comprendere come la gentilezza leghi e unisca gli uomini, e se pensiamo all’ambito lavorativo, favorisca le  sinergie tra colleghi. Se un tempo l’essere gentili, premurosi, attenti alle esigenze altrui poteva quasi essere percepito come una debolezza dal punto di vista professionale, oggi invece viene considerata come una qualità da “curriculum”.

La capacità di essere empatici con i proprio collaboratori, la propensione ad essere ben disposti, aperti al dialogo e all’ascolto, pronti a donare un sorriso al momento giusto o una parola di gratificazione o incoraggiamento sono diventate caratteristiche sempre più richieste per un vero leadership.  Un “capo” gentile fa della gentilezza una risorsa strategica, che a differenza di altre strategie aziendali non si  pianifica a tavolino.  Il modo di porsi all’altro dev’essere spontaneo e naturale.

I benefici che si avranno in termini di benessere tra le persone saranno concreti e tangibili. La gentilezza diventa virale e contagiosa e poco a poco non può che divenire la naturale modalità di approcciarsi al lavoro e verso i propri colleghi.

E come scrisse Mark Twain ” La gentilezza è il linguaggio che il sordo può sentire e il cieco può vedere“.

 

 

 

 

 

 

Foto Principale Foto di @Jcomp da freepik
Foto Team di lavoro   Foto di fahribaabdullah14 da Pixabay
Foto di uomo in equilibrio tra vita privata  e professionale – Foto di @ redgreystock da Freepik

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