Una buona autostima di se permette al bambino di vivere una condizione di serenità ed equilibrio che si ripercuote favorevolmente anche sull’apprendimento.
L’autostima è la valutazione che un individuo ha delle proprie capacità: valutazione positiva se vi è una buona autostima di se stessi, negativa se vi è una bassa autostima. E’ un sentire assolutamente soggettivo e personale, frutto di tante variabili che concorrono ad alimentarlo positivamente o negativamente. Giudizi, approvazioni, successi e insuccessi determinano in parte quello che ciascuno di noi pensa di se stesso in termini di capacità.
L’autostima assume grande importanza in pedagogia perchè le emozioni, il sentire e l’intelletto sono strettamente connessi. Lo aveva intuito Rudolf Steiner che aveva posto alla base dei suoi principi pedagogici la teoria dell’antroposofia. Egli sosteneva infatti che lo sviluppo di un individuo deve sempre tenere presente tutte le due dimensioni: quella del corpo, dello spirito e dell’anima.
L’autostima si alimenta in famiglia
La fiducia e la sicurezza nelle proprie capacità dipende in parte dalla propria natura individuale ma per lo più dalle esperienze maturate fin dalla primissima età. Come è noto l’infanzia e le esperienze vissute nei primi anni di vita saranno un bagaglio fondamentale che ci accompagnerà per tutta la vita.
Un’educazione da parte dei genitori basata sull’incoraggiamento e non sul giudizio o la critica, sul senso di protezione ma senza eccessi, sul senso di sicurezza ma allo stesso tempo sul senso di libertà probabilmente favorirà nei giovani l’avere una buona autostima. Questo significa che il bambino agirà seguendo il suo sentire e non per compiacere l’adulto, perchè saprà di essere comunque amato. Un giovane che non teme il giudizio altrui, in primis dei familiari, sentirà di essere capace di affrontare sfide nuove, sarà in grado di adattarsi ai cambiamenti, non sarà sopraffatto dalla paura per le difficoltà.
Se un bambino si sentirà capace di affrontare le prove che si affacciano nel suo percorso affronterà per esempio il cammino scolastico con consapevolezza e armonia. Il sapere di essere sostenuto ed apprezzato dai genitori ed il credere in se stessi avrà un esito positivo nelle relazioni con se stesso e con gli altri.
Come alimentare l’autostima del proprio figlio?
La prima parola d’ordine in assoluto è amore. Fategli sentire il vostro amore incondizionato a prescindere da quello che fa o dai risultati che ottiene, ma semplicemente per quello che è! E’ importante che il bambino si senta amato e che senta che i genitori non riversino su di lui aspettative lontane dal suo essere. Siate coerenti con le regole che volete siano rispettate e cercate di condividerle assieme per farle comprenderle e accettare serenamente.
Gli ingredienti per la ricetta “autostima” sono semplici, quasi banali eppure nel nostro quotidiano spesso ce ne scordiamo.
Dedichiamo del tempo di qualità ai nostri bambini, ascoltandoli. E’ importante che percepiscano che i loro pensieri sono presi in considerazione da voi, che hanno valore. E poi mettete da parte l’apprensione e l’ansia e lasciate che sperimentino, che si cimentino da soli, che azzardino pure. L’adulto certo ha il compito di vigilare e sorvegliare, ma ricordiamoci sempre che proprio attraverso gli errori e i piccoli fallimenti, il bambino impara, cresce, si autodetermina. Laddove abbia bisogno di essere spronato, incoraggiatelo con calore. Ditegli che è stato bravo, che ha fatto un buon lavoro, motivando la vostra approvazione sincera.
Fate sentire che voi ci siete e ci sarete sempre pur lasciandolo libero di essere quello che desidera.
Un nuovo approccio pedagogico per stimolare l’autostima
Quanto conta l’opinione che si ha di sé nello studio? Sappiamo bene che se non si crede nelle proprie capacità diventa assai pesante e difficile approcciarsi allo studio. Trovare le giuste motivazioni per farlo diventa quasi un fardello e spesso anche di fronte a buoni risultati non si riesce a dire a sé stessi: ” sono stato capace”. Al contrario avere una buona autostima e quindi accettarsi e riconoscere le proprie potenzialità aiuta ad affrontare situazioni stressanti e piccoli fallimenti, che non vengono poi intesi come “giudizio” definitivo sulla persona che si è.
Il raggiungimento di una buona autostima passa anche attraverso una scuola che educhi alla consapevolezza e dove le famiglie siano coinvolte attivamente nelle scelte pedagogiche dell’insegnante.
In Francia da molti anni viene applicata la così detta educazione positiva, che si configura come una vera e propria filosofia di vita.
I principi cardine sulla quale si sviluppa sono:
- educare attraverso l’incoraggiamento
- educare nel rispetto reciproco
Tutti i bambini hanno dei bisogni e l’adulto deve saper cogliere queste necessità con empatia e rispetto. Attraverso un approccio gentile ma allo stesso tempo determinato si accompagna il bambino a sviluppare i suoi talenti e le sue competenze di tipo sociale ma anche pratico. Aiutare il bambino nella risoluzione di problemi lasciando anche lo spazio di misurarsi con se stessi, permette al bambino di maturare dentro di se una serie di competenze come l’autocontrollo, la capacità di calmarsi da solo, l’abilità di non farsi sopraffare dalla rabbia o dallo sconforto, dall’ansia o dalla paura di non riuscire. Tutte queste abilità saranno fondamentali per accrescere la propria autonomia e il sapersi relazionare con gli altri in diversi ambiti sociali.
La pedagogia arriva in aiuto alle famiglie e ai giovani laddove l’autostima stenti a sbocciare naturalmente. I percorsi che si possono intraprendere sono svariati. Attraverso per esempio l’Ikigai o lo yoga educativo i bambini ed anche le famiglie possono intraprendere un viaggio che li condurrà ad una consapevolezza di se stessi che inevitabilmente porterà ad un benessere interiore, terreno fertile per seminare e far crescere la propria autostima.
Sentirsi capaci di fare le cose da soli è fondamentale per crescere in maniera equilibrata e sana e per far si che il bambino cresca “resiliente”.